L’iniziativa intende fornire una prima assistenza psicologica ai pazienti afferenti agli studi di Medicina Generale, con l’obiettivo di delineare la problematica ed individuare un percorso di cura adeguato.
Lo psicologo delle cure primarie è uno psicologo/psicoterapeuta iscritto all'Albo degli Psicologi che ha maturato competenze specifiche in: psicologia della salute, psicologia ospedaliera, psicofarmacologia, processi di crisi e transizione nel ciclo di vita e nella malattia.
Attualmente non è una figura normata, ma grazie al dialogo con le istituzioni, a luglio 2020 è stata discussa in Senato la proposta di legge “Istituzione dello psicologo delle cure primarie”, che chiede l'inserimento dello psicologo nei servizi di assistenza sanitaria, in affiancamento e/o in stretta collaborazione con i Medici di Medicina Generale (MMG). Il crescente interesse verso la psicologia delle cure primarie è inoltre documentato dalle numerose iniziative e sperimentazioni avviate a livello regionale.
Lo psicologo delle cure primarie si chiama così perché accoglie una prima richiesta di aiuto e, dopo averne compreso il suo significato complesso, orienta la persona verso un percorso di cura adeguato.
In particolare svolge le seguenti attività:
Lo psicologo delle cure primarie svolge quindi un’importante opera di prevenzione primaria e promozione della salute dei singoli e delle/nelle comunità cui appartengono. Tale opera risulta ancora più preziosa se si considera il particolare momento storico che stiamo vivendo. La situazione pandemica, l’emergenza della guerra, le difficoltà economiche hanno comportato un acuirsi del disagio psicologico in tutte le fasce della popolazione. Secondo uno studio multicentrico internazionale dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il 24% dei pazienti che si reca dal MMG presenta un disturbo psicopatologico, più frequentemente depressione e disturbo d’ansia generalizzata.
L’attività dello psicologo delle cure primarie permette di intervenire tempestivamente, alleviare il carico del Medico di Medicina Generale e, nel complesso, ridurre i costi della spesa sanitaria e sociale. Le ricerche condotte negli ultimi anni dimostrano che gli interventi psicologici nei contesti di medicina di cure primarie comportano un significativo risultato di convenienza economica. La spesa investita nelle cure di salute mentale produce maggiori risparmi sulle più generali spese mediche (riduce invii impropri e le spese farmacologiche, contrasta l’affollamento nei servizi secondari e il ricorso non adeguato al Pronto Soccorso).
Tuttavia, ad oggi le scelte di investimento in sanità non solo non hanno privilegiato l’attività dei servizi territoriali di salute mentale, ma hanno anche scarsamente considerato le potenzialità della psicologia delle cure primarie. I servizi psicologici alla persona sono ancora in larga misura basati su l'esborso privato.
Il nostro progetto intende fornire un servizio privato di Psicologia delle Cure Primarie, ma che possa contare in futuro anche sulle risorse finanziarie messe a disposizione dal governo con l’iniziativa del BONUS PSICOLOGICO. La speranza è che la spesa pubblica venga sempre di più orientata verso il settore dei servizi psicologici alla persona.
Il progetto si rivolge ai pazienti afferenti agli studi di Medicina Generale che sperimentano una sofferenza di tipo psicologico (ansia, depressione, etc.).
È previsto un percorso psicologico con una psicoterapeuta così articolato:
- Corso Re Umberto, 63
- Lungo Dora Firenze, 57
Online
L’intero percorso ha un costo complessivo di 600 euro. Si ricorda che l’importo, in quanto spesa sanitaria, è fiscalmente detraibile.
Per richiedere informazioni o prendere un appuntamento è possibile contattare:
Dott.ssa Benedetto Tiziana
cell: 328 5751995
e-mail: tiziana.benedetto@yahoo.it
Dott.ssa Sagoleo Pamela
cell: 351 7500607
e-mail: pamelasagoleo@gmail.com
Quest’iniziativa intende fornire assistenza di tipo psicologico all'elaborazione del lutto, in particolare in situazioni di perdite traumatiche (es. suicidio, incidenti, morti pediatriche etc.) e in contesto di Covid-19.
La perdita di una persona cara è seguita da un periodo di instabilità emotiva, chiamato lutto, che corrisponde ad una delicata fase di adattamento alla nuova condizione di vita.
Il lutto rappresenta una risposta non patologica, universale e istintiva, alla morte che si caratterizza per il tipo di pensieri, sentimenti e comportamenti manifestati che variano e mutano nel corso del tempo. Tra questi sono compresi sentimenti di nostalgia e tristezza accompagnati da immagini e ricordi della persona scomparsa, tendenza all'introversione e alla riduzione dei contatti sociali, desiderio, più o meno espresso, di ricongiungersi alla persona amata.
L'intensità di questi sentimenti varia in base a diversi fattori come ad esempio il legame affettivo con il defunto e le circostanze, più o meno traumatiche, che ne hanno determinato la scomparsa.
Pur essendo una condizione normale, la letteratura più recente indica che nel 7-10% dei casi, il meccanismo naturale di elaborazione del lutto può bloccarsi e non arrivare alla fase finale risolutiva senza intervento esterno.
Il prolungarsi e il cronicizzarsi di questo stato psicologico nel tempo (generalmente oltre i 6 mesi) determina una condizione definita "Lutto Complicato" o "Lutto Prolungato", inserita di recente nel DSM-V (con il nome di "Persistent Complex Bereavement Disorder") tra i disturbi da approfondire.
In questi casi può manifestarsi una sintomatologia molto simile a quella dell'Episodio Depressivo Maggiore, al Disturbo di Ansia e, in alcune circostanze (in particolare in casi di suicidio o morti traumatiche improvvise), al Disturbo Post-Traumatico da Stress.
E' importante quindi effettuare una corretta diagnosi differenziale e intervenire tempestivamente in modo da riattivare quanto più precocemente possibile le risorse individuali (es. la capacità di resilienza).
In ottica preventiva, è buona pratica evitare che tale condizione si cronicizzi e possa esporre la persona ad ulteriori rischi per il benessere psicofisico, compromettendo il suo stato di salute e influendo negativamente sulla sua qualità della vita.
ELABORAZIONE DEL LUTTO E COVID-19
La pandemia da Covid-19 ha prepotentemente costretto tutti (comprese le istituzioni) a riflettere sul delicato tema della morte e del morire.
La gestione pandemica ha stravolto di fatto il processo di elaborazione del lutto.
L’ultimo saluto al proprio caro, uno step importante nel processo di elaborazione, sia nella dimensione privata che in quella pubblica (il rito funerario), è stato negato.
Le restrizioni sociali inoltre, come il divieto di accesso alle strutture sanitarie da parte dei familiari, le limitazioni al contatto fisico, il divieto di assembramento che ha posto molti limiti al supporto sociale, hanno aggiunto ulteriori criticità, esacerbando il vissuto di colpa e di solitudine.
Nonostante le possibilità offerte dalle nuove tecnologie (come le videochiamate e i social network) abbiano in parte ridotto l'impatto negativo di questi fattori, si evidenzia in questa fase un bisogno crescente di supporto all'elaborazione del lutto, scarsamente colto a livello istituzionale.
Si rivolge a persone che hanno subito una perdita importante (più o meno recente) che incontrano difficoltà nell'elaborazione del lutto.
E’ previsto un percorso psicologico con una psicoterapeuta così articolato:
- Lungo Dora Firenze, 57
- Corso Re Umberto, 63
Online
Il percorso psicologico si articola in un arco temporale di circa tre mesi e prevede un follow-up (monitoraggio) a tre mesi dalla sua conclusione.
L’intero percorso ha un costo complessivo di 600 euro. Si ricorda che l’importo, in quanto spesa sanitaria, è fiscalmente detraibile.
Per richiedere informazioni o prendere un appuntamento è possibile contattare:
Dott.ssa Sagoleo Pamela
cell: 351 7500607
e-mail: pamelasagoleo@gmail.com
Dott.ssa Benedetto Tiziana
cell: 328 5751995
e-mail: tiziana.benedetto@yahoo.it
Quest’iniziativa intende fornire assistenza di tipo psicologico ai caregiver di pazienti con patologia cronica (quali Alzheimer, demenza, patologie neurologiche o psichiatriche, patologie oncologiche etc.), utilizzando, ove necessario, il supporto delle nuove tecnologie (televisita), in collaborazione con il Medico di Medicina Generale.
La letteratura anglosassone definisce con il termine Caregiver ("colui che presta le cure") il membro della famiglia che principalmente si occupa della cura del paziente, rappresentando così un punto di riferimento sia per il paziente che per l'equipe di cura.
Sebbene il caregiver, e lo stress a cui il proprio ruolo lo sottopone, sia stato analizzato principalmente nell'ambito della demenza, la ricerca ha gradualmente allargato gli studi ad altri contesti, come le cure nel campo oncologico.
La loro figura nei contesti di cura riveste un ruolo di primaria importanza in quanto sono i principali fornitori di assistenza sanitaria, ma anche le figure che permettono, a coloro a cui prestano le cure, di rimanere nel proprio ambiente sociale, riducendo, di fatto, l'uso di risorse formali e ritardando (o evitando) il loro ricovero in struttura.
Il loro prezioso intervento è in grado quindi di migliorare di fatto la qualità delle cure stesse.
IL CARICO PSICO-FISICO DEL CAREGIVER
Il caregiver risponde ai bisogni del paziente non soltanto sul fronte pratico delle cure, ma anche per quanto riguarda il supporto emotivo. Questo forte coinvolgimento può avere ripercussioni sull'equilibrio psicofisico e la qualità di vita di chi offre le cure. Il caregiver, infatti, concentrato sul suo ruolo di curante, spesso trascura la propria salute e tende a non cercare assistenza medica per se stesso. Può inoltre presentare comportamenti e abitudini di vita che aumenta il suo rischio di morbilità e mortalità e che ne influenzano il livello di salute, sia dal punto di vista fisico che mentale.
Gli studi evidenziano come siano più a rischio rispetto a problemi di pressione e malattie cardiovascolari, disturbi immunologici, alterazioni del sonno e insonnia (con una prevalenza di insonnia che arriva fino al 41%), problemi gastrointestinali, debolezza/stanchezza e mal di testa. Aumenta notevolmente anche il rischio di disagio psicologico, in particolare di ansia e depressione.
Gli studi hanno evidenziato chiaramente che, con l’avanzare della malattia del familiare, le problematiche psicofisiche correlate al carico assistenziale tendono ad acuirsi e avere così conseguenze dirette sulla qualità di vita del caregiver.
Infine, l’aumento di depressione, ansia e problemi di salute, sono associabili al deterioramento del funzionamento sociale e professionale e, in ultimo, a conseguenze negative dal punto di vista economico.
L'ASSISTENZA AL CAREGIVER
Per tutti i motivi precedentemente elencati, si manifesta in maniera sempre più evidente la necessità di tutelare, valorizzare e sostenere la figura del caregiver durante l'assistenza al paziente con patologia cronica. Gli interventi volti a prevenire o curare il burn-out e a ridurre i suoi livelli di stress, devono essere considerati come parte integrante della cura fornita al paziente stesso.
La promozione della salute del caregiver è inoltre un contesto fondamentale di intervento nell'ottica della promozione della salute pubblica, tanto più nel contesto attuale determinato dalla pandemia da Covid-19 che ha certamente aggravato le problematiche che i caregiver incontrano nella vita quotidiana.
Individuare precocemente i segnali di stress in modo da intervenire tempestivamente con un adeguato supporto di tipo psicologico (es. con strategie di gestione dell'ansia) può migliorare sia la qualità della vita del paziente che del caregiver stesso.
LE TELEVISITE
La recente pandemia da Covid-19 e le rispettive restrizioni, hanno posto dei limiti ma al contempo delle nuove sfide al contesto sanitario: l’utilizzo delle nuove tecnologie ed in particolare della televisita. Il loro impiego rappresenta una nuova risorsa spendibile in diversi contesti, tra cui quello dell’assistenza psicologica al caregiver, che spesso non riesce ad usufruire di un servizio adeguato alle sue necessità a causa delle limitazioni di tempo disponibile.
Si rivolge a persone che hanno subito una perdita importante (più o meno recente) che incontrano difficoltà nell'elaborazione del lutto.
E’ previsto un percorso psicologico con una psicoterapeuta così articolato:
- Lungo Dora Firenze, 57
- Corso Re Umberto, 63
Online
Il percorso psicologico si articola in un arco temporale di tre o sei mesi (a seconda della cadenza dei colloqui ritenuta adeguata) e prevede un follow-up (monitoraggio) a tre mesi dalla sua conclusione.
L’intero percorso ha un costo complessivo di 600 euro. Si ricorda che l’importo, in quanto spesa sanitaria, è fiscalmente detraibile.
Per richiedere informazioni o prendere un appuntamento è possibile contattare:
Dott.ssa Sagoleo Pamela
cell: 351 7500607
e-mail: pamelasagoleo@gmail.com
Dott.ssa Benedetto Tiziana
cell: 328 5751995
e-mail: tiziana.benedetto@yahoo.it
Questo progetto intende fornire assistenza di tipo psicologico nei percorsi di terapia del dolore cronico complesso in collaborazione con il Medico di Medicina Generale.
Il dolore cronico rappresenta la principale causa di disabilità a livello mondiale.
L’Italia si pone al terzo posto in Europa per quanto riguarda la prevalenza del dolore cronico; si stima infatti che circa il 26% della popolazione sia dovuta ricorrere a trattamento farmacologico per curare il dolore cronico almeno una volta nella vita.
Nonostante questo, gli interventi di tipo specialistico offerti sono attualmente limitati e orientati quasi esclusivamente ad un approccio di tipo medico-farmacologico, che la letteratura indica come poco efficace e risolutivo. Rimane perciò, ad oggi, un problema di salute pubblica con elevata presenza di bisogni di sollievo insoddisfatti.
Considerata l'elevata domanda e la scarsa offerta a livello specialistico, la terapia del dolore cronico in Italia è quasi esclusivamente affidata al Medico di Medicina Generale (MMG), che si trova spesso solo di fronte alla responsabilità di prendersi cura del paziente e perseguire l’arduo obiettivo di alleviare la sofferenza e migliorare la sua qualità di vita, senza incorrere in effetti iatrogeni. Questa situazione risulta ancora più complicata se si considerano l'elevato numero di pazienti in carico ai MMG e le difficoltose condizioni di lavoro che la pandemia da Covid-19 ha comportato.
CHE COS'E' IL DOLORE CRONICO
Il dolore cronico è classificato come un dolore che persiste oltre 3-6 mesi.
Può essere causato da malattie di tipo cronico (es. neoplasie, artrite, diabete), lesioni (es. ernia del disco, rottura dei legamenti) e altri disturbi che presentano dolore primario (es. fibromialgia, cefalea cronica, dolore neuropatico).
Tuttavia, in molti casi, può non essere possibile rintracciare una connessione con la causa che lo ha determinato e diventa di per sé una patologia da trattare.
Il dolore infatti che non segnala più un danno all'organismo, ma diventa esso stesso un danno per il benessere fisico e psicologico di chi ne soffre, deve essere trattato a prescindere dalla causa scatenante.
DOLORE CRONICO E BENESSERE PSICOLOGICO
Il dolore cronico, limitando fortemente le attività di vita (es. attività lavorativa), incide in maniera significativa sul benessere psicologico di chi lo sperimenta e riduce nel tempo la sua qualità della vita. Un individuo che soffre di dolore persistente infatti può sviluppare una significativa concomitanza di condizioni quali ipertensione, apnea ostruttiva del sonno, diabete, disturbi del sonno, disturbi da uso di sostanze, disturbi dell'umore e d'ansia, distorsioni cognitive e disabilità relazionali.
Il dolore cronico non adeguatamente trattato può sviluppare un quadro clinico complesso caratterizzato da:
LO PSICOLOGO DELLA SALUTE NELLA TERAPIA DEL DOLORE
Di fronte ad un quadro clinico complesso, il trattamento, per risultare efficace, deve adottare un approccio di tipo bio-psico-sociale e includere nel percorso assistenziale il supporto di tipo psicologico (psicoterapeuta) e, quando necessario, di tipo sociale (assistente sociale). L'intervento multidisciplinare è infatti fortemente raccomandato dalle linee guida dell' International Association for the Study of Pain (IASP).
Nella terapia del dolore cronico è fondamentale sapere come sta il paziente, la sua percezione del problema, come questo influisce sulla sua vita, e, viceversa, come il suo stile di vita influisce sul suo problema.
Se tutto ciò non viene approfondito, è facile che si crei una discrepanza rispetto alle aspettative di cura del paziente stesso.
Lo psicologo della salute che opera nel contesto della terapia del dolore, lavora al fine di promuovere il benessere psicologico del soggetto e invertire la spirale negativa del dolore.
L'obiettivo del trattamento non è quindi l'eliminazione del dolore, ma il miglioramento della qualità di vita dell'individuo e di conseguenza la promozione della sua salute.
Si rivolge ai pazienti afferenti agli studi dei Medici di Medicina Generale che presentano una problematica di dolore cronico complesso.
E’ previsto un percorso psicologico con una psicoterapeuta così articolato:
- Lungo Dora Firenze, 57
- Corso Re Umberto, 63
Online
Il percorso psicologico si articola in un arco temporale di circa tre mesi e prevede un follow-up (monitoraggio) a tre mesi dalla sua conclusione.
L’intero percorso ha un costo complessivo di 600 euro. Si ricorda che l’importo, in quanto spesa sanitaria, è fiscalmente detraibile.
Per richiedere informazioni o prendere un appuntamento è possibile contattare:
Dott.ssa Sagoleo Pamela
cell: 351 7500607
e-mail: pamelasagoleo@gmail.com
Dott.ssa Benedetto Tiziana
cell: 328 5751995
e-mail: tiziana.benedetto@yahoo.it
Quest’ iniziativa intende fornire assistenza di tipo psicologico a persone con diagnosi di patologia rara, utilizzando, qualora richiesto, le nuove tecnologie (modalità televisita).
Scoprire di essere affetti da una patologia cronica spesso comporta nel soggetto e nella sua famiglia una difficoltà psico-emotiva nel processo di adattamento. Quando la diagnosi si accompagna alla scoperta di una patologia rara, oltre alle difficoltà cliniche concrete che si sperimentano nel percorso prima diagnostico e poi di trattamento, il processo di adattamento è complicato ulteriormente dal vissuto di isolamento e impotenza, collegato al mancato riconoscimento sociale che spesso accompagna il quadro clinico.
COSA SONO LE MALATTIE RARE E COSA COMPORTANO
Con "malattie rare" si definisce un insieme di oltre 7.000 differenti patologie accomunate dalla bassa frequenza riscontrata nella popolazione (in Europa, 1 caso ogni 2.000 abitanti).
In Italia è stato redatto un elenco che comprende circa 900 malattie e secondo il portale Orphanet Italia , dedicato alle patologie rare, nel nostro paese si conterebbero circa 2 milioni di casi.
Queste patologie sono frequentemente accomunate da:
Nella maggior parte dei casi comportano controlli clinici periodici, spesso in strutture altamente specializzate situate in luoghi molto distanti da quello di residenza, e ricevono terapie scarse o di tipo sperimentale, difficilmente risolutive.
Si sperimenta frequentemente in tali circostanze un forte sentimento di rabbia, acuito dal dilatarsi dei tempi della diagnosi e dalle scarse disponibilità di cura, oltre al vissuto di perdita riferito al controllo, all'autonomia e ai cambiamenti che riguardano la vita quotidiana e l'immagine di sé.
La paura è un'altra emozione chiave che emerge, in particolare riferita al futuro, insieme alle innumerevoli domande che scaturiscono di fronte ad una diagnosi di questo tipo: cosa mi aspetta? Potrò continuare a lavorare? Anche i miei figli avranno questa patologia?
Avviare un processo di elaborazione e accettazione di queste emozioni e di questi vissuti, diventa cruciale in una gestione efficace della patologia, per evitare che il loro forte impatto destabilizzi il soggetto al punto da interferire con le sue normali attività, incidendo negativamente sulla sua salute e qualità di vita.
LA RESILIENZA
Un concetto chiave in questo contesto clinico è quello di resilienza.
La resilienza è un termine che la Psicologia della Salute prende in prestito dal mondo della fisica dove indica "la capacità di un materiale di resistere agli urti". Nel campo delle scienze umane tale termine viene utilizzato per esprimere la capacità innata degli esseri umani di adattarsi e reagire in maniera costruttiva alle situazioni difficili, la capacità cioè di affrontare eventi avversi attraverso un cambiamento evolutivo. La sfida, in sostanza, non è quella di rimanere impassibili di fronte alle avversità, ma di cambiare insieme a queste, riconoscendo e accettando il dolore senza perdere la capacità di impegnarsi nella vita in modo attivo e propositivo (Ricci Bitti e Gremigni, 2013).
IL SOSTEGNO PSICOLOGICO
Considerando le difficoltà che si incontrano non solo a livello prettamente fisico, ma anche sul versante psicologico, sociale e relazionale, la consulenza psicologica dovrebbe costituire parte integrante del percorso di cura rivolto alle persone con patologia rara, soprattutto nei casi caratterizzati da elevati livelli di complessità.
In quest’ottica, risulta importante aiutare il soggetto a esplorare non soltanto i limiti e le criticità, ma anche le proprie risorse specifiche individuali (es. strategie di coping) che possono facilitare il processo di adattamento.
Fondamentale diviene quindi il potenziamento di quelle che sono le principali risorse di resilienza personale tra cui:
LE TELEVISITE
Tra le criticità incontrate dai pazienti affetti da patologia rara, spesso vi è la distanza dai luoghi che si occupano del trattamento specifico, unito alle difficoltà che lo spostamento implica in quadri diagnostici caratterizzati da problemi di tipo motorio.
La recente pandemia da Covid-19 e le rispettive ampie restrizioni, hanno però permesso la rapida diffusione di supporti di tipo tecnologico (le televisite) in grado di rispondere a questa specifica problematica.
Il loro impiego può rivelarsi strategico in alcuni contesti, come quello delle malattie rare.
Si rivolge ai pazienti afferenti agli studi dei Medici di Medicina Generale che presentano una problematica di dolore cronico complesso.
E’ previsto un percorso psicologico con una psicoterapeuta così articolato:
- Lungo Dora Firenze, 57
- Corso Re Umberto, 63
Online
Il percorso psicologico si articola in un arco temporale di circa tre mesi e prevede un follow-up (monitoraggio) a tre mesi dalla sua conclusione.
L’intero percorso ha un costo complessivo di 600 euro. Si ricorda che l’importo, in quanto spesa sanitaria, è fiscalmente detraibile.
Per richiedere informazioni o prendere un appuntamento è possibile contattare:
Dott.ssa Sagoleo Pamela
cell: 351 7500607
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Dott.ssa Benedetto Tiziana
cell: 328 5751995
e-mail: tiziana.benedetto@yahoo.it